LA CASA SULL’ARGINE-La saga della famiglia Casadio di Daniela Raimondi

A Stellata, piccolo paese emiliano a pochi passi da Lombardia e Veneto vive la famiglia Casadio. Giacomo Casadio sposa la gitana Viollca e i colori scuri di Viollca si combinano a quelli chiari di Giacomo e per molti anni la famiglia si scinderà in due “si dividevano i maniera inconfondibile tra i sognatori con gli occhi azzurri e la pelle chiara, e i sensitivi del ramo zingaro, con gli occhi neri e i capelli corvini.” Da qui ha inizio la storia narrata in questo romanzo, che copre un arco temporale di due secoli, dal 1800 sino ai giorni nostri, un susseguirsi di storie e personaggi tra i più variegati. La storia è narrata da una discendente, Norma, una nostra contemporanea, che ripercorre le vicende della sua famiglia a partire dall’unione di Giacomo e Viollca. Ogni discendente avrà la caratteristica di essere sognatore come Giacomo o sensitivo come Viollca: su tutti incomberà una spaventosa profezia che Viollca ha letto nei tarocchi. Pian piano conosciamo, quindi, i vari personaggi, le loro caratteristiche, le storie, la loro vita; molteplici personaggi con caratteri differenti e complessi, le cui vite s’intrecciano l’una all’altra in maniera indissolubile, che hanno in comune lo stesso sangue e la stessa voglia di riscatto. L’abile penna dell’autrice riesce a ben delineare le caratteristiche fisiche e morali di ognuno di loro, per cui a mano a mano che ce li rivela li amiamo uno dopo l’altro. Un romanzo ricco di temi e di storie narrate che si ama pagina dopo pagina grazie all’empatia che l’autrice riesce a stabilire tra i personaggi ed il lettore; una storia che ha come tema di fondo la memoria, il ricordo di chi c’è stato prima di noi. Mi è piaciuta molto la circolarità del racconto, sottolineata anche dal ritorno, verso la fine del romanzo della stessa immagine dell’incipit. Un romanzo che ho amato tantissimo, forse anche perché amo le storie familiari, ho divorato velocemente le 380 pagine, uno di quei libri dai quali è difficile staccarsi e di cui si resta ‘orfani’ al termine della lettura.