Pubblicato nel 1936 ed arrivato in Italia nel 1940 con la traduzione di Eugenio Montale, La battaglia è un lungo racconto di uno sciopero fallito durante uno dei momenti più bui vissuti dalla società americana. Steinbeck descrive con crudezza di particolari gli anni della grande depressione. L’ estrema povertà di tanti, il disagio sociale, la negazione dei più elementari diritti si scontrano con l’egoismo di pochi detentori della ricchezza che sfruttano oltre ogni limite il potere per consolidare la propria posizione e sfruttare masse di diseredati. In questo contesto uomini come Jim e Mac, i “rossi”, infervorati dalla dottrina comunista della Russia postrivoluzionaria, portano avanti i loro ideali organizzando uno sciopero di migliaia di braccianti agricoli utilizzati dai proprietari terrieri con retribuzioni da fame per la raccolta delle mele. È una lotta impari che vede contrapposti non solo braccianti sfruttati e proprietari terrieri che si fanno scudo della polizia e di vigilanti senza scrupoli, ma anche braccianti e crumiri chiamati dai proprietari terrieri a sostituirli nella raccolta delle mele. Steinbeck descrive un mondo di dolore, di rabbia, di cieco furore, di violenza, di fame, di morte. Ma non mancano momenti di grande solidarietà. La traduzione di Eugenio Montale arricchisce il magistrale periodare di Steinbeck rendendo appieno l’atmosfera che si vive nell’accampamento degli scioperanti, i loro diversi stati d’animo, le loro miserie, le loro debolezze, i loro ideali, la loro esaltazione in vista di una battaglia dagli esiti purtroppo già segnati. Un capolavoro da leggere e da rileggere che coinvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina.
recensione di Domenico intini