La mietenda
Dopo un giugno di gelidi piovaschi
il luglio oltrepotente brucia l’erba
che rigogliava e fioriva superba
nelle fondate de’ più magri paschi.
Si salva all’ ombra di fratta o di fossa
l’aconito celeste e l’aquilegia,
in alto, dove l’ultima ciliegia
sopra l’ultimo ramo si fa rossa.
Il grano nella sua biondezza antica
andante e secco chiede mietitura,
ché in cima alla sua gracile statura
porge ogni gambo una rigonfia spica.
Lo vagheggia la madre contadina
ritta nell’ onibra corta d’un fogliaio:
« Quanto penare prima che il mugnaio
gliela riporti in morbida farina!»
La cristiana alza gli occhi al sol feroce,
poi guarda i figli grondanti, il marito
gobbo nel solco, e col suo nero dito
fa sopra il campo un gran segno di croce.
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano: Viene riconosciuto come uno dei personaggi italiani più controversi di tutti i tempi. Passò dal cattolicesimo al eterodossia alternata da intransigenza al maledettismo e dall’interventismo. Infine passò dal all’individualismo al conservatorismo, per poi aderire al fascismo, poi contrario al nazismo e al razzismo. Il 9 gennaio del 1956 nasceva a Firenze, Giovanni Papini da Luigi Papini ed Erminia Cardini. Muore l’8 luglio del 1956 a Firenze.