La madre 

E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa
Sarai una statua davanti all’Eterno,
Come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia.
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è stato un poeta, scrittore, traduttore e accademico italiano. Viene riconosciuto come uno dei porti italiani più importanti del 900 e di sempre. Le caratteristiche all’inizio dele sue poesie furono dai componenti e testi brevissime, come Eterno e Mattina, per poi segnarsi dal dolore e la saggezza con gli anni. Una delle sue raccolte di poesie più famose e L’allegria. L’8 febbraio del 1888 nasceva a Alessandria d’Egitto, Giuseppe Ungaretti da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini. Muore il 1º giugno 1970 a Milano.

Eterno

Tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla

Giuseppe Ungaretti

“Da L’Allegria”