Si dice che Ernest Hemingway dichiarasse ai giornalisti dopo la notizia dell’assegnazione del Nobel che sarebbe stato felice se a venir premiato fosse stato lo scrittore Isak Dinesen. Se questo nome non vi è noto è solo perché si tratta del primo pseudonimo usato da Karen Christenzte Dinesen, von Blixen- Finecke, meglio nota come Karen Blixen.
Karen Blixen conosciuta, soprattutto dopo la trasposizione cinematografica, per il romanzo “La mia Africa”, è anche una scrittrice di racconti, l’ultima raccolta “Capricci del destino”, comprende il bellissimo “Babette’s feast”, da cui è stato tratto un altro imperdibile film.
Non è raro che le donne abbiano scelto i racconti come forma narrativa e sarebbe interessante sapere se anche per Karen Blixen valse la stessa ragione di Alice Munro che spiegò di essersi dedicata alle narrazioni brevi per mancanza di tempo, dovendo conciliare le esigenze familiari con il tempo dedicato alla scrittura.
Tornando a Ernest Hemingway, nella sua dichiarazione faceva riferimento alle “Sette Storie Gotiche”, prima opera della scrittrice danese ad aver raggiunto la notorietà. Credendo che non ci si possa esimersi dal cogliere un suggerimento di lettura così autoritario, forse è vero che questa raccolta di sette lunghi racconti, è stata sottovalutata, a volte proprio dagli amanti del genere, probabilmente perché il soprannaturale, il fantastico non fa paura, ma si armonizza nella realtà dei protagonisti come parte integrante della loro esistenza.
Fra le “Sette storie gotiche” la mia preferita è “La cena a Elsinore”.

continua…
Beatrice Maffei