Gladys Eisenach è una femme fatale, sotto la sbarra degli imputati perchè rea di aver ucciso il giovane amante. La pena sarà lieve, di appena cinque anni, perchè è invocato il movente passionale, nonostante lei durante il processo non dica nulla e implori di essere subito condannata. Finito il processo, si snoda il romanzo che va a ritroso con gli anni, ritrovando una Gladys nel fior fiore degli anni, giovane e ingenua alle prese con i primi debutti in società. Ben presto acquisisce la consapevolezza della sua avvenenza e del suo fascino sugli uomini; la sua vita sarà interamente devota a questo fine, all’essere desiderata, noncurante della scia di vacuità affettiva che lascia per strada. Il suo delirante egocentrismo si trasforma in un ossessivo narcisismo, abituata all’adorazione di tutti con quell’indolenza e arroganza che ricorda Jezabel, come la vittima dell’omicidio cita più volte. La storia è indubbiamente affascinante, ma a mio parere pecca di alcuni punti deboli: i rapporti di Gladys non sono sufficientemente approfonditi, così come non ci sono cenni descrittivi di di Jezabel nella tragedia Athalia di Racine; anche se forse quest’ultimo punto è probabilmente voluto dalla scrittrice, per mantenere quest’aura spettrale e misteriosa intorno alla figura diabolica della protagonista.
Luana Indelicato