E precipita. Un volo di sette piani ed è un attimo. L’attimo in cui il corpo di Michele si disintegra, in cui dalle dita di Mimì inizia a gocciolare dolore, in cui il baratro si apre sotto i piedi di Nicole. Supplica, preghiera, clemenza, tregua non esistono per Mimì, è solo giunto il momento di dire “BASTA”. Mimì… quando è nervoso, tossisce, e ammazza tutti senza pietà. Mimì… quando gli fanno uno sgarro, non lo ferma nessuno perché “non gliene frega nulla cazzu”. Mimì… è il padre di Michele e, per lui, Nicole è un’assassina con le sue risate e i suoi rifiuti. È tutta colpa sua se Michele si è buttato e contro Mimì, cara Nicole, non si deve andare, te lo sei scordato? 《Ma chi cazzu è stu Mimì?》 《Sshhht parla piano cretina! Mimì è il capo della Sacra e ti sta venendo a prendere. Scappa.》 𝐁𝐞𝐬𝐭𝐢𝐚: …chi disintegra se stesso, la propria famiglia, seppellisce vivi, getta acido, rapisce. …chi del terrore fa un tentativo di salvezza mostrando qualcosa che nemmeno è per illudere, corrompere, fuggire. …chi decide di dimenticare se stesso perché sa di aver perso l’amore suo, la dignità, la propria condizione d’uomo e non gli resta che essere un “caneminchia” agli ordini di chi pietà non ne conosce. … chi è costretto a nuotare in mezzo al sangue dei propri cari, al loro odio e cerca di starne a galla con occhi pieni di lacrime. Questa è la mafia che non sente ragioni, un amore giovanile non corrisposto, una vendetta agghiacciante per aver riso in faccia al ragazzo “sbagliato”. Questa è la storia di tante bestie ferite, anime marce che prima ancora di disintegrare gli altri, distruggono se stesse. Bestia… C’è chi lo è. Ma alcuni, quegli abiti, li vestono soltanto. Così scomodi, stretti, sudici… Abiti che, dopo una carezza, uno sguardo, una risata, una canzone cantata insieme imitando con il manico della scopa una chitarra, possono cadere a terra mostrandosi nuovamente veri.
Maria Malacalza