Il 9 luglio 2021 l’azienda Gkn leader e produttrice di semiasse per autoveicoli, situata a Campi Bisenzio nei pressi di Firenze, spedisce alle organizzazioni sindacali e a 500 lavoratori, un’email di licenziamento. La notizia rimbalza immediatamente nei tg nazionali e nei principali mass media, gli operai si precipitano fin da subito davanti ai cancelli della fabbrica per dimostrare il proprio dissenso. Gkn diventa un “caso nazionale”. L’azienda chiude non per una crisi produttiva o economica, ma per delocalizzare il proprio sito verso altri “lidi” più favorevoli. Delocalizzazione è un vocabolo che più volte abbiamo sentito nei programmi televisivi o letto nei giornali. È un termine che è stato usato propagandisticamante dai partiti politici governativi per ottenere un consenso. La delocalizzazione è un fenomeno politico economico che nasce da lontano e che scaturisce con una forte e simbolica protesta “no global” di Genova nel luglio del 2001. Quel dissenso non fu pienamente concepita dalla società di allora e solo adesso ci stiamo accorgendo dei suoi effetti devastanti. Il solo ed unico scopo è un accrescimento dell’utile e del potere economico e politico delle multinazionali. Il testo non è un romanzo ma un libro che racconta vita vera, paure, sogni spezzati ed incertezze del proprio futuro e del futuro della propria terra. Ma nelle ceneri e nelle insicurezze del proprio destino, nascono, insorgono sentimenti e valori di solidarietà e di unità. Gkn non è sola. Altre aziende si uniscono alla lotta, altre realtà della nostra società, studenti, associazioni partigiane, il mondo sindacale insorgono. Il 18 settembre 2021 e successivamente il 26 marzo 2022 a Firenze avvengono due grandi manifestazioni con migliaia e migliaia di partecipanti. In entrambe le mobilitazioni ho avuto l’occasione e l’onore di partecipare. La situazione Gkn è ancora in stallo. La lotta non è mai doma.

 

Antonio Martino