Pino Cacucci racconta la storia travagliata di Jules Bonnot, noto alle cronache come un anarchico francese d’inizio ‘900, che seminò panico in terra di Francia. Fin da bambino Jules mostra uno spirito di ribellione verso le varie gerarchie sociali precostituite. Diviene indomito soldato, operaio ribelle, cambia continuamente lavoro per le sue idee rivoluzionarie e sovversive. Nel momento in cui decide di mettere la testa a posto, il suo passato da fervente galeotto riemerge. Riesce addirittura a diventare l’affezionato autista personale dello scrittore Arthur Conan Doyle. Memorabile lo scambio di opinioni tra loro, sul fatto che un interprete letterario diventi più famoso dello scrittore che lo ha inventato. Ma ben presto dovrà abbandonare i suoi servigi al romanziere scozzese per la sua fedina penale non immacolata. Questo suo peregrinare non voluto ma imposto dalla società, cambiando città, lavoro e affetti, acuiranno maggiormente il proprio odio, la sete di rivalsa verso il sistema. Fonderà una banda armata la famosa Banda Bonnot, capace di mietere terrore con rapine e sparatorie. L’autore descrive in modo impeccabile il periodo storico d’inizio ‘900, caratterizzato dal consolidamento degli ideali socialisti ed anarchici. Lo scrittore non giustifica la violenza che scaturisce per le ingiustizie economiche e la differenziazione dei diritti per le diverse classi sociali, ma ne determina la causa. Jules Bonnot è il simbolo di una classe che lotta strenuamente contro il capitale, rappresenta il desiderio di rivalsa e di sovvertimento delle tradizionali e ingiuste classi sociali ma per la Storia Jules Bonnot è un sanguinario anarchico dinamitardo.
Edizione Feltrinelli
Antonio Martino