IL VISCONTE DIMEZZATO di Italo Calvino
Il romanzo, pubblicato nel 1952, tratta delle avventure di Medardo di Terralba, un visconte cristiano
diviso a metà durante una battaglia contro i turchi, gli Infedeli per antonomasia; Medardo,
inspiegabilmente, si salva con la sola parte destra del corpo che, giorno dopo giorno, si rivela
malvagia, prepotente e pronta a tutto; sfoggia insomma un’eccessiva cattiveria. Medardo non sa,
però, e lo scopriamo solo alla fine, che è stata salvata anche la parte sinistra del suo corpo che
vagava a dispensare aiuti, consigli e giustizia, donando insomma un eccessivo buonismo. Il
visconte, preso singolarmente nell’una o nell’altra metà, era manchevole di equilibrio; le due indoli
solo ben calibrate trovano la loro ragion d’essere e permettono la piena realizzazione dell’individuo.
Una figura di singolare spessore che mi è piaciuto molto ed è apprezzabile credo da tanti è la balia
Sebastiana, al fianco del visconte fin da quando era piccino. Ecco, lei lei non crede mai fino in
fondo alle azioni della parte buona e della parte cattiva; mette sempre in dubbio tutto quello che
dice e che fa.
Questo libro breve ma complesso e interpretabile secondo me in diversi modi a seconda dell’età del
lettore da adulto, è un racconto che impegna in una continua riflessione sulla dicotomia tra bene e
male, tra vantaggi e svantaggi, tra premi e punizioni o peccati (se interpretato in chiave cristiana);
solo arrivati all’ultima pagina, uno sguardo a ritroso permette di ricollocare nella giusta posizione
tutti i pezzi di una storia profonda, avvincente ed articolata.
Le avventure di Medardo riescono a divertire e a far comprendere il tono pittoresco e geniale al
tempo stesso della trama.
Ovviamente Il visconte dimezzato di Italo Calvino rimane un classico attualissimo come ci ricorda
Italo Calvino stesso in una sua intervista: “Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti
realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra”.
Irene Giacomelli