La Pitzorno è un’ amatissima autrice per ragazzi, che coi suoi libri ha appassionato generazioni di giovani lettori; da alcuni anni però si cimenta anche in opere più mature, come questo romanzo, in cui tuttavia resta un’ingenuità di fondo che lo pone in una sorta di limbo fra l’infanzia e l’età adulta. Lo definirei un libro per bambini cresciuti, che con toni delicati ed uno stile garbato ci porta per mano in un’ Italia perduta ed un po’ fiabesca, fatta di aneddoti improbabili e personaggi eccentrici che cattureranno la nostra attenzione fin da subito; purtroppo però andando avanti l’impostazione cambia e brillantezza ed ironia lasciano il posto ad atmosfere sentimentali e melodrammatiche, che stonano con quanto letto fino a quel momento. L’epilogo poi è frettoloso e raffazzonato, succede più in quelle poche pagine che in tutto il resto del romanzo. Peccato perchè le premesse erano ottime, ma stando così le cose è un’ occasione mancata, un libro riuscito solo per metà.

Giulia Pontecorvo