In un paesino della Padania è stato deciso di sorteggiare il nominativo di uno dei cittadini affinché possa svolgere per un giorno le mansioni di sindaco del proprio comune, una inconsueta iniziativa politica del partito del sindaco per dimostrare la vicinanza e la solidarietà nei confronti della cittadinanza.
Il sorteggiato è il signor Bibùlo, tranquillo cittadino e padre di famiglia, il quale si ritrova all’improvviso travolto nel vortice della vita politica del suo comune. Per un giorno non fa altro che incontrare assessori e impiegati che lo trascinano da un ufficio all’altro, da una riunione all’altra facendogli scoprire in poche ore tutto ciò che c’è di marcio nell’amministrazione attuale e passata.
In tutto ciò il signor Bibùlo deve far fronte a una serie di segreti familiari che escono fuori dall’oblio all’improvviso, a seguito di particolari incontri…Tutto nel giro di una sola giornata.
Magari non sono obiettiva come vorrei nel commentare questa storia, poichè l’autore è un amico blogger, però a me il libro è piaciuto molto.
E’ ricco di ironia e questo ti permettere di leggere sempre con il sorriso sulle labbra, pur individuando benissimo la tematica seria della cattiva amministrazione per proteggere l’interesse personale, ovviamente a discapito dei cittadini e delle generazioni future che si ritrovano ad avere un pessimo esempio ed insegnamento.
Conoscendo da un po’ l’autore, ho trovato all’interno anche molto della persona e delle sue vicende personali e sì, ammetto che, durante la lettura, non faticavo affatto ad attribuire a Bibùlo la sua faccia e la sua voce (anche se questa l’ho sentita poco ).
L’ultima parte mi ha strappato anche una sonora risata, ma su questo non avevo molti dubbi.
Anto Spanò