Romanzo psicologico pubblicato nel 1954, racconta di un gruppo misto di adolescenti e di bambini più piccoli, superstiti da un incidente aereo. Si troveranno su un isola deserta paradisiaca, cercheranno fin da subito di autogovernarsi democraticamente, “come fanno i grandi”, eleggeranno un capo, Ralph, formuleranno delle leggi e tramite una conchiglia, consentirà a chi la possiede sul momento, di avere il diritto di parola e d’indire un’assemblea. Jack invece, diverrà leader dei cacciatori, capeggerà una squadra che avrà il compito primordiale dell’approvvigionamento. I due leader, differenti tra loro, Ralph più riflessivo e di carisma intellettiva e Jack più irrazionale, istintivo e pragmatico, avranno uno scontro per l’esclusività della leadership totale del gruppo. È un opera complessa, simbolica, ogni personaggio rappresenta un lato dell’animo umano, l’intelletto, l’onestà e la benevolenza ma anche la bramosità di potere e la malvagità. Lo scrittore riesce a contrapporre tutti questi stati d’animo attraverso i suoi personaggi, ma l’elemento di rottura e tema fondamentale del libro, che riesce a governare tutto è la paura. Oltre ad essere un libro introspettivo è anche un testo politico, facendo dei sottili parallelismi tra le due differenti tipologie di governare un gruppo, il lettore avrà un momento di riflessione e di analisi sul significato e sul valore della democrazia e sui motivi delle nascite dei totalitarismi. William Golding come un viaggio dantesco, percorrendo la strada tortuosa della psiche e dell’anima umana ci condurrà all’inferno e al paradiso della nostra esistenza.
recensione di Antonio Martino