Il sergente nella neve è un libro autobiografico dell’autore stesso. Narra l’esperienza personale e quella dei suoi commilitoni, della spedizione di un battaglione di alpini in Russia, durante la seconda guerra mondiale. Il romanzo è diviso in due parti. I capitoli iniziali descrivono il caposaldo italiano stanziato alla riva del grande fiume del Don. Stern è un sergente maggiore, descrive i differenti compagni provenienti da diverse parti d’Italia. Le giornate sono lunghe, spesso trascorse senza sparare un solo colpo, nell’attesa estenuante dell’attacco del nemico. La nostalgia di casa è un elemento rilevante:” Sergentmagiù, ghe rivarem a baita” è una domanda ricorrente che il soldato Giuanin rivolge spesso all’autore. La seconda parte è dedicata alla ritirata del battaglione italiano. I russi stanno adottando un’operazione di accerchiamento, gli alpini sono costretti ad abbandonare il caposaldo e a ripiegare verso le linee difensive. Inizia così il grande dramma raccontato nei libri di storia dove migliaia di soldati morirono non a causa del fuoco nemico ma per freddo e stenti. Chi durante il percorso non riesce a trovare un momentaneo riparo presso una delle tante isbe presenti, o non è in grado di restare unito al gruppo, cade prigioniero o trova la morte ad attenderlo. Freddo, distese immense di neve, il colore bianco del ghiaccio sono elementi ricorrenti e ripetitivi nell’opera tanto che il lettore se immedesimato durante la lettura ne proverà sensazioni e disperazione.

Edizione Einaudi

 

Antonio Martino