Non so se sono io a non aver apprezzato e capito il libro,o lui è proprio piatto. È un libro che fatica a decollare, secondo me, e non si sa dove lo scrittore voglia andare a parare, come se si stesse aspettando l’innesco di qualche azione ma questa non arriva mai. Sono le reminescenza di Tony, quarantenne con una vita abbastanza tranquilla e mai pervasa da nulla di eclatante, che narra a spezzoni ricordi di lui adolescente, della sua relazione con Veronica, soffiata poi dall’amico Adrien. È proprio la morte di Adrien che dovrebbe dar vita al romanzo perchè l’amico lascia in eredità a Tony un diario, che si trova però nelle mani di Veronica. Un libro strano, non di semplice lettura con spunti filosofici ed esistenziali, come ad esempio le riflessioni che l’autore fa sulla memoria, su quanto sia effimera e traballante, non degna di fiduci; sulla considerazione di sè, sull’aprire gli occhi quando si è adulti, e forse quando è troppo tardi.

Luana Indelicato