Lydia è una libraia e mamma di Luca bambino di 8 anni, vivono ad Acapulco una vita tranquilla come tanti altri. Un giorno un evento drammatico sconvolgerà la loro serenità familiare e saranno costretti a fuggire in incognito negli “Estados Unidos” per sfuggire dalle grinfie della malavita. Durante il loro viaggio difficoltoso incontreranno diversi personaggi, tra cui le sorelle honduregne Soledad e Rebecca e nonostante gli innumerevoli disagi diventeranno una famiglia. La scrittrice statunitense con questo romanzo vuole evidenziare un fenomeno socio-politico persistente da sempre nella storia dell’umanità: l’emigrazione. Traendo spunto da una storia romanzata Jeanine Cummins, sottolinea non solo le avversità, le precarietà e le sofferenze dei migranti, ma le motivazioni che spingono questa “povera” gente alla ricerca di una “terra promessa”. Le storie private dei singoli migranti apparentemente simili sono tutte diverse tra loro e interessano ogni angolo del globo, dagli stati centrali dell’ America al “nostro” Mediterraneo. Guerre, violenze personali, povertà, ripercussioni di regimi dittatoriali sono le principali cause dei flussi migratori. Dibattiti politici, interessi economici, gestione delle organizzazioni mafiose dei Paesi industrializzati ed economicamente più avanzati, spesso ne influenzano le sorti. Con quest’opera la scrittrice statunitense ci regala un momento di riflessione ed omaggia la vita di tanti disperati alla ricerca della felicità. Quella che cerchiamo tutti e che abbiamo il diritto di trovarla.
Antonio Martino
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