“Io invece desideravo scusarmi con Peter e Egon. A Egon avevano dato un altro pezzo di pane e lui lo stringeva tra le mani guardandomi. Ma quando mormorai: “Scusami, io non volevo…”, spezzò il pane e me ne porse metà. Mi si schiantò il cuore.” Il rogo di Berlino è il racconto di Helga, una donna che rivive la sua esperienza da bambina berlinese durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. La scrittrice, che è anche protagonista, rivive così l’abbandono della madre, il rapporto con la matrigna e soprattutto la vita nelle cantine del proprio condominio, in cui si rifugiò per anni insieme a famigliari e vicini di casa per proteggersi dai bombardamenti. Si è abituati a pensare ai tedeschi del tempo solo come al nemico: in questo libro vengono invece ritratti come uomini, donne, anziani e bambini che si ritrovano in balia del conflitto, immersi nella miseria e nella disperazione, esattamente come coloro che solitamente si considerano i “buoni”. La guerra divide e allo stesso tempo accomuna i destini tragici dei due schieramenti che, a volte vittime, a volte carnefici, lottano per sopravvivere. La paura e la fame devastano e disumanizzano chiunque, facendo perdere, tranne in qualche raro caso, pietà e altruismo. I ricordi di Helga vengono raccontati attraverso uno stile diretto, semplice, essenziale, quasi come fossero fotografie da sviluppare, mostrare ma anche “far sentire”.

recensione di @ilibridiboccadoro

 

Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Edizione: 9
Anno edizione: 1998
Formato: Tascabile
In commercio dal: 14 gennaio 1998
Pagine: 229 p.
  • EAN: 9788845913471