In questo libro l’autrice racconta parte della propria vita, quella che va dallo scoppio della seconda guerra mondiale alla fine della stessa. La vita tranquilla della famiglia Schneider è sconvolta dalla decisione improvvisa della madre di lasciare tutto per andare a svolgere la propria missione tra i nazisti. Poichè il padre è al fronte, i due bambini, Helga e Peter, si ritrovano, da un momento all’altro, soli e sperduti. Vengono accolti dalla nonna, che li accudisce con amore, ma la donna è anziana ed è necessaria un’altra soluzione. Quando il padre si risposa sembra che tutto sia risolto: Ursula si prenderà cura dei bambini. In realtà, la matrigna si affeziona solo al piccolo Peter, rendendolo viziato ed insolente, mentre tra la donna e Helga si scatenano le ostilità, che conducono la ragazza ben presto in un istituto lontano da casa. Quando Berlino diventa un rogo, Helga si ricongiunge con il fratello, la matrigna e i parenti di quest’ultima. Tra le due donne non è cambiato niente, ma Helga instaura un rapporto di amore e rispetto con l’anziano Opa, che la proteggerà in più di un’occasione. Gli ultimi mesi di guerra sono raccapriccianti, Helga è costretta a rifugiarsi, insieme a tutti gli abitanti del palazzo nella cantina, sotto un fuoco continuo, in situazione di promiscuità, fame, sete e sporcizia. Ed è lì che vengono fuori gli istinti più bassi dell’essere umano… Dopo mesi di sofferenza, finalmente la radio annuncia la caduta del regime e la tanto sospirata fine della guerra! Una lettura appassionante, che ci riporta durante la seconda guerra mondiale, tra orrori, ingiustizie e ideali pericolosi. La narrazione è coinvolgente ed il lettore non può che provare empatia per Helga, provare le sue stesse paure, le sue stesse indignazioni e condividere le incertezze e il senso di claustrofobia. Un libro da leggere assolutamente per imparare che le guerre non producono vincitori, ma solo vinti.
Anto Spanò