“Cappelli? Perché dovrei parlare di cappelli?” “Alle donne piace.” “Davvero?” “Il fatto che tu neanche lo sappia è ciò che mi farà innamorare di te.” All’improvviso, tutte le parole che sapevo evaporarono. Esme non ha il temperamento della classica suffragetta, eppure combatte una dura battaglia: dare valore alle parole che parlano delle donne e istituzionalizzare i termini che la società maschilista rinnega ma che definiscono e caratterizzano il mondo femminile. La storia segue la collezione della protagonista che fin da bambina “salva” i vocaboli rifiutati dalla raccolta ufficiale per il dizionario. Lo Scriptorium a Oxford, in cui lavora il padre per redigere il primo dizionario universale, diventa il primo luogo di recupero delle parole scartate. Crescendo, la sua ricerca si sposterà su altre fonti (il mercato, le attrici, donne umili, ecc…), non considerate dalle istituzioni che stanno creando il dizionario, eppure così vive e importanti nella quotidianità. Esme è silenziosa e all’apparenza debole, eppure persegue il suo obiettivo con tenacia e curiosità. Nonostante l’inizio del libro possa apparire un po’ lento, con la crescita della protagonista, che da bambina diventa donna, si riesce a affezionarsi e a appassionarsi alla sua grande impresa.
recensione di @ilibridiBoccadoro (instagram)