“Siamo tutti d’accordo: i nostri nemici finiranno all’Inferno; le nostre mamme sono, o andranno – il più tardi possibile -, in Paradiso; ma a noi un po’ di Purgatorio non lo leva nessuno.” Sono finalmente riuscita a leggere “Il posto degli uomini”, il secondo saggio di Aldo Cazzullo dedicato alla Divina Commedia dopo “A riveder le stelle”; quest’ultimo si concentrava in particolare sull’Inferno con lo scopo di dimostrare come in questa Cantica Dante abbia fondato l’Italia definendone confini e peculiarità. Cazzullo in “Il posto degli uomini” invece fa una pura analisi del Purgatorio, attualizzando il messaggio della Divina Commedia. Ne spiega il valore umano, quindi universale, quindi assolutamente adatto anche per noi cittadini del mondo del XXI secolo. Dante viene riletto in chiave contemporanea: si parla di fatti accaduti nel 1300 e li si paragona alla cronaca degli anni 2000; si raccontano miti e credenze medievali e li si confrontano con la cultura contemporanea. Io ho adorato entrambe le opere di Cazzullo. Un po’ perché amo Dante, un po’ perché mi è piaciuto “ristudiarlo” in chiave moderna, un po’ perché il suo stile accessibile e piacevole rende il tutto più interessante. Ovviamente per apprezzarle è necessario amare Dante e avere una conoscenza abbastanza solida della Divina Commedia, altrimenti si rischia di non capirne molti passaggi e riferimenti.