Nel 1902 Jack London giovane giornalista, deve partire per il Sudafrica per raccontare la guerra anglo-boera appena conclusa. Fa uno scalo aereo a Londra e proprio in quel momento l’incarico che gli era stato affidato viene annullato. Personaggio a quanto istrionico e istintivo, London decide quindi di far fruttare quel viaggio e si improvvisa un barbone nell’ East End londinese per redarre un reportage sulle condizioni di vita di questi uomini invisibili? Ciò che appare agli occhi dello scrittore statunitense sarà un mondo costituito da reietti, “fantasmi” consumati dalla miseria e dalle malattie. Come è possibile che in una città come Londra emblema del capitalismo selvaggio, capitale mondiale dell’economia, vi sia un quartiere dove uomini vivono in condizioni subumane? È questa la domanda che lo scrittore americano pone a se stesso e al lettore. 30 anni dopo lo stesso esperimento sociale lo vive lo scrittore britannico George Orwell, improvvisandosi anch’esso un clochard e vivendo questa condizione a Parigi sia a Londra, facendo così un confronto della povertà tra le due città europee. Da questa esperienza Orwell scrisse il romanzo intitolato Senza un soldo a Parigi e Londra.
Antonio Martino