“Queste sono cose solenni.” “E noi ne abbiamo la piena coscienza. Ma forse non più il pieno consenso.” “Cosa?” “Oh, è una definizione. Del peccato.” Ruth è una donna cinica, maligna, invidiosa della cugina Elizabeth che, rimasta orfana a pochi mesi di vita, viene adottata dai suoi genitori e cresciuta come un’altra figlia. Con gli anni Ruth matura questo odio viscerale e accecante nei confronti della cugina, considerata come una usurpatrice degli affetti familiari, che sfocia dapprima nel furto di alcuni oggetti personali che lei ama indossare e usare quando nessuno può vederla, e poi nel sedurre i suoi uomini. Ma, come si chiede la protagonista, se non ci fosse stata Elizabeth, come sarebbe stata, la stessa o diversa? Dove finisce Elizabeth e inizia Ruth? Annientare lei significa anche dare a sé stessa il colpo di grazia? E’ il secondo libro che leggo dell’autrice e si riconferma una lettura intrigante, profonda e piacevole. Per certi versi ho trovato una qualche somiglianza con Marguerite Duras nello stile con frasi secche, brevi e asciutte.

 

Luana Indelicato