Questo libro è ambientato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Europa era divisa nettamente in due. Isti e Kata sono due fratellini ungheresi, i quali, un giorno, vedono andar via la mamma, diretta clandestinamente verso Ovest con un’amica. Questo abbandono cambia radicalmente la loro vita. I due ragazzini rimangono da soli con il padre, che non è il massimo nelle dimostrazioni d’affetto! Ben presto Kàlmàn, questo è il nome del papà, decide di lasciare la città in cui ha vissuto quando la famiglia era unita e comincia un vero e proprio pellegrinaggio di città in città. La famiglia è ospite di vari parenti. Ma il posto migliore si rivela la casa di Argi, posta vicino ad un lago, nel quale Isti impara a nuotare. Ma è proprio il suo amore per l’acqua e la struggente mancanza della madre, che segneranno in modo orribile il suo destino… “Il nuotatore” ha in sé tutti gli ingredienti per piacere ai lettori, e soprattutto a me, che adoro questo tipo di storie. Eppure c’è qualcosa che non funziona. Non so esattamente di che si tratti, ma devo dire che non mi ha catturata quasi per niente. Lo trovo lento, in certe parti noioso. O forse è solo la presenza di così tanti personaggi. Boh!
Anto Spanò