Bellissima questa re-interpretazione del mito del Minotauro. Molto poetica e commovente. Un labirinto di specchi riflette all’infinito l’immagine del mostro, affinché esso non si senta solo e si adatti alla sua eterna prigione. Ma il Minotauro impara presto che ciò che riflettono le pareti sono immagini di sé stesso e non sono reali e impara presto che la sua prigione gli è stata imposta dall’uomo che lui vorrebbe amico e compagno. Ciò ovviamente non è possibile perché lui “è condannato a non essere dio, né uomo, né animale, bensì solo minotauro, colpevole e incolpevole insieme”, un mostro, selvaggio e crudele e il suo ruolo nel mondo è solo quello di dare risalto alle gesta dell’eroe.
Simona Fedele