Questa storia di Giovanni Verga, ambientata principalmente a Napoli, narra del rapporto tra Elena e Cesare, due giovani che fuggono per poter esaudire il proprio sogno d’amore. Quando i nostri protagonisti fuggono, le famiglie devono rassegnarsi al matrimonio, ma non perdonano e non riaccolgono al proprio interno i due “peccatori”. Inizia, quindi, una vita di disagi, di economie e di solitudine. E l’amore? Il sentimento all’inizio appare forte da entrambe le parti; Elena non si fa circuire dalle lusinghe del barone di Altavilla e pone fine con decisione ai rapporti che ritiene problematici. Poi la situazione economica migliora, Elena passa da un salotto all’altro, comincia a mal sopportare il marito e si fa tentare da poeti e nobiluomini. In realtà non ci sono mai le prove del tradimento, si tratta di voci di salotto, di dicerie, di sospetti, che Cesare, sempre innamoratissimo della moglie, tenta di ignorare. Piange di nascosto, la scruta, ha paura di sapere, distrugge le possibili prove. Ma poi…la pazienza umana non è infinita! La bomba era destinata a scoppiare! Non conoscevo neppure l’esistenza di quest’opera minore di Verga ed è stata senz’altro una bella scoperta. L’autore indaga nell’animo di Cesare e ci “costringe” a parteggiare per un uomo reso debole dal forte sentimento d’amore.

recensione di Anto Spanò