Irene Nemirovsky, Il malinteso, 1926. Il titolo è la parola proprio giusta in questa storia d’amore estiva, destinata a durare poco, come tutte le storie estive con uno strano finale, triste e deludente per entrambi per non sapersi capire. La giovane signora Denise con la sua bambina Franchette è ospite in un albergo al mare dove suole passare le vacanze. Nello stesso albergo qualche stanza più oltre, soggiorna un signore Yves Hautelupe. La sabbia buttata dalla bambina inavvertitamente durante i giochi dà la spunta all’amicizia tra i due che scoprono di conoscersi tramite il marito, lontano al lavoro che arriva solo per il weekend. La frequentazione volge presto in una relazione che al ritorno a Parigi diviene per lui un piacevole “riposo” per lei un una vera “ossessione”. La differenza sociale tra i due e la diversità di sensazioni in loro provocano lentamente un distacco fatto di paura di Yves legarsi pur amandola e in lei di non essere amata totalmente come vorrebbe. Insomma si crea un ” malinteso”. Splendida la tecnica di scrittura che inizia la storia ponendo in prima battuta il personaggio che guiderà la vicenda e la profondità dell’esame di ciò che attraversa i loro animi dall’amore alla delusione al tradimento e alla fuga finale! “L’amore mia cara è un sentimento di lusso” le dice Yves che è povero; ma lei non capisce, è tutto un “malinteso”. Stupendo, da leggere in poco tempo e trascina il lettore!

recensione di Maria Cisonna

Traduttore: Marina Di Leo
Editore: Adelphi
Anno edizione: 2010
In commercio dal: 6 ottobre 2010
Pagine: 190 p., Brossura
  • EAN: 9788845925269