Enzo Baiamonte è un radiotecnico palermitano che, per arrotondare le magre entrate, si diletta come investigatore. Un giorno Enzo riceve la visita della figlia del suo defunto professore del liceo, Cristina, la quale gli affida il compito di ritrovare sei libri che il padre aveva prestato negli anni passati per ricostituire, adesso che è morto, l’intera biblioteca. Il padre era solito sostituire i libri prestati con una sagoma di legno delle stesse dimensioni del libro, alla quale appiccicava un’etichetta con il titolo, il nome di colui che aveva ricevuto il libro in prestito e la data in cui tale prestito era avvenuto. Enzo comincia la sua ricerca tra i vicoli del quartiere, riesce a recuperarne un paio, ma poi si imbatte inconsapevolmente in una storia losca e più grande delle sue forze… Il libro mi è piaciuto abbastanza; è intrigante seguire Enzo tra i vicoli e le strade di Palermo in cerca di informazioni sulle persone che hanno ricevuto in prestito un libro dal noto insegnante ormai passato a miglior vita ed è anche intrigante venire a conoscenza delle storie che ogni prestito nasconde, insieme a qualche segreto inconfessabile. Ma avrei preferito seguire fino alla fine le indagini del protagonista senza andare per forza a finire nella solita equazione Sicilia=mafia. Idea originale, ma sviluppo deludente.
Anto Spanò