America anni 30. Otto ragazze tutte rigorosamente appartenenti alla “upper class”, si laureano nella stessa università: il prestigioso Vassar College (dove tra l’altro studiò la stessa McCarthy) e raccontano le loro storie e le loro vicende personali, tutte diverse, pur avendo in comune le stesse illusioni, le stesse ambizioni, speranze, paure ed incertezze.
Mary McCarthy scrive e descrive con eleganza
l’America post Grande Depressione, l’America di Roosvelt e del New Deal.
Un libro progressista e innovativo che, seppur scritto più di cinquanta anni fa, è tuttavia di una attualità sconcertante e a tratti dolorosa.
Un ritratto corale al femminile caustico e feroce.
Mary McCarthy, che io amo molto, fu autrice di racconti , romanzi e saggi ed è stata una delle intellettuali americane più originali e influenti del Novecento.
Ebbe una grandissima e lunga amicizia con Hannah Arendt iniziata a New York, in un bar di Manhattan, dove si incontrarono per la prima volta. (Il romanzo epistolare Tra amiche contiene il carteggio di ben 225 lettere che la Arendt e la McCarthy si scambiarono negli anni che vanno dal 1949 al 1975).

Daniela Ceccotti