“Quanto a me, io rispondevo sempre a vanvera: un po’ perché non sapevo sul serio distinguere un olmo da un tiglio, e un po’ perché mi ero accorto che niente le faceva piacere come sentirmi sbagliare.” La voce narrante di questo romanzo è quella di un uomo che ricorda il suo passato di studente ebreo di Ferrara negli anni Quaranta, con le sue esperienze giovanili e in particolare la sua frequentazione della casa dei Finzi-Contini, di Alberto e Micòl. La vicenda si concentra sulle relazioni tra i tre protagonisti, sulle loro amicizie e i loro sentimenti; la particolarità del romanzo è che, nonostante la religione dei personaggi, le leggi razziali e la tragedia che si sta consumando a livello mondiale fanno solo da sfondo. Il giardino dei Finzi-Contini è quasi un diario, in cui vengono narrate amicizie, amori, emozioni tipiche di un adolescente, più che la storia pubblica, guardata forse da occhi giovani e quindi ancora velati dalla speranza e dall’ingenuità tipica dell’età. Lo stile è aulico e in alcuni casi prolisso, ma il punto di vista nuovo con cui viene raccontata l’Italia degli anni prima della guerra mi ha particolarmente interessata.
recensione di @ilibridiBoccadoro (instagram)
- EAN: 9788807881084