Il protagonista e narratore di questa storia è un giovane uomo ebreo che, trovandosi durante una gita domenicale a visitare un cimitero etrusco, ripensa alla propria adolescenza e al legame con la famiglia Finzi-Contini. La famiglia Finzi-Contini era composta da 5 persone: il padre Ermanno, la madre Olga, i figli, Alberto e Micòl, e la nonna Regina. A parte un piccolo incontro antecedente con i fratelli Finzi-Contini e i rituali incontri al Tempio in occasione delle festività, l’avvicinamento vero e proprio avviene dopo l’emanazione delle leggi razziali. A causa di tali leggi, tutti gli ebrei, fino ad allora stimati membri della comunità ferrarese, sono allontanati dai luoghi pubblici, compreso il circolo di tennis. I due fratelli Finzi-Contini fanno della loro casa, una maestosa abitazione nella periferia di Ferrara, un luogo in cui potersi ritrovare liberamente per svagarsi e trascorrere i lunghi pomeriggi estivi. Ed è proprio allora che il narratore, che rimane anonimo durante tutta la narrazione, si lega fortemente alla giovane Micòl, scoprendo di provare per lei teneri sentimenti che non sono, però, ricambiati. Questa situazione sentimentale mette in crisi il giovane che, di fronte all’algida Micòl, non può che tirarsi indietro con rammarico e ridurre la frequentazione di casa Finzi-Contini, dove è apprezzato e benvoluto da tutti e dove ha trascorso molte giornate tra partite di tennis, discussioni politiche e chiacchierate con il capofamiglia. Il rapporto tra il narratore e Micòl e tutto il resto della famiglia è destinato a spezzarsi anche per la deportazione nei campi di concentramento di tutti i suoi membri, che, tranne Alberto, non riempiranno mai il grande mausoleo del cimitero ebraico di Ferrara! Davvero una bella lettura, intensa, ricca di fascino e di atmosfera e con personaggi molto ben caratterizzati che, con le loro personalità molto diverse, si incontrano e si scontrano di continuo.
Anto Spanò