Finalmente ho colmato una grossa lacuna nella mia “carriera di lettrice”. E’ imperdonabile, lo so, che ancora non mi fossi immersa nel mondo di Anna e che non fossi entrata nel nascondiglio segreto insieme alle famiglie Frank e Van Daan! Da questo diario emerge la personalità completa della ragazza che, passata da una vita senza pensieri né privazioni alla segregazione forzata, è maturata all’interno di quattro mura forse più presto di quanto sia necessario che un adolescente faccia. Anna mostra fin da subito il suo carattere forte ed ottimista, reagisce a ciò che reputa un sopruso e affronta i problemi tipici dell’adolescenza entrando in conflitto con i genitori. Soffre, piange, urla, prova una paura via via crescente, ma pensa sempre a ciò che verrà, a quando sarà in grado di riprendere una vita normale e ad un futuro in cui gli ebrei avranno la possibilità di vivere senza che colpe di ogni genere vengano loro attribuite. E quando ci sia avvia verso la fine, si vorrebbe rallentare la lettura perchè si conosce già il destino immeritato cui questa ragazzina sta andando inconsapevolmente incontro a soli due mesi dalla liberazione. Che ingiustizia e che rammarico! Chissà se avrebbe realizzato i suoi sogni!
Anto Spanò