Questa storia, ambientata nella Sardegna dell’800, inizia in una notte in cui i lampi squarciano il cielo coperto da nubi grigie. Dovrebbe essere una notte felice per la famiglia Zara, la notte che porterà alla luce l’ultimo membro della famiglia.
E invece non si tratta affatto di un lieto evento! L’ ultima nata è la settima figlia femmina e pertanto, secondo la credenza popolare, è una coga, una strega.
In quanto tale, non ha alcun diritto di vivere, deve essere soppressa al più presto, altrimenti solo disgrazie colpiranno la famiglia!
Il compito di uccidere la piccola spetta al padre, il quale, all’ultimo momento, vinto dalla tenerezza non ha il coraggio di compiere il vile atto. Lascerà che sia il freddo della notte a uccidere la bambina, la depone, quindi, sulla mola e rientra in casa.
Intanto la maggiore delle sorelle Zara è incuriosita dallo strano comportamento degli adulti, per cui, attratta da quello strano fagottino che campeggia sulla mola, decide di controllare di cosa si tratti. Lucia, è questo il suo nome, è intenerita dalla sorellina neonata e la porta in casa, salvandola da morte certa, ma non dal suo destino di reietta.
Alla bambina viene imposto il nome di Ianetta, ma nemmeno il prete ha il coraggio di battezzarla e la famiglia la tiene nascosta agli occhi della gente.
Ianetta cresce come un piccolo animaletto selvatico, scacciata da tutti e continuamente maledetta.
Solo Lucia cercherà di instaurare un rapporto con la sorella minore, ma anche lei è in parte influenzata dalle superstizioni che, nemmeno la mente illuminata del medico condotto sarà in grado di scacciare.
Un libro che mi ha affascinata trasportandomi in un mondo dove la superstizione e le credenze religiose regolano la quotidianità come se fossero una legge inviolabile.
Più andavo avanti nella lettura, più restavo basita e indignata dal comportamento di questa famiglia!
Un’atmosfera irreale, ma allo stesso tempo magnetica, mi ha tenuta incollata alle pagine fino all’ultima parola e alla scoperta dei destini dei vari personaggi.
Senz’altro una delle più belle letture che ho fatto nel 2018.

Recensito da Anto Spanò