E’ un libro molto particolare, la storia di una non-amicizia. Siamo subito catturati dallo stile incisivo e colloquiale, che ci porta dritti nel mezzo del dramma e terrà desta la nostra attenzione fino all’ultimissima pagina, quando finalmente riusciremo a capire dove voleva andare a parare il romanzo. Infatti non è il solito young adult in cui due amiche per la pelle si trovano invischiate in un brutto guaio e con la forza dell’amicizia riusciranno a venirne fuori. Anzi, tutto il contrario. E’ un romanzo che gioca a sovvertire le nostre aspettative ed arrivati a fine lettura saremo costretti ad ammettere quello che ci sembrava impossibile: la narratrice Jess non è una brava persona. Ha avuto mille occasioni per fare la cosa giusta ed invece ha sempre scelto la via più comoda e facile. Ci vuole coraggio a scegliere come protagonista una ragazzina egoista e vigliacca e di questo va reso merito all’autrice: in mezzo ad un mare di young adult popolati da grandi eroi o perfidi cattivoni, trovare rappresentata la meschinità quotidiana è una piacevole ventata di novità. Peccato che non abbia mantenuto la stessa verosimiglianza col personaggio di Casey, che invece è la tipica eroina YA senza macchia e senza paura, eccessivamente perfetta e poco realistica. L’estrema brevità poi non permette un adeguato approfondimento dei tanti temi trattati: ad esempio il background familiare di Jess non riesce a ritagliarsi il giusto spazio nell’economia della vicenda e risulta molto randomico, messo in mezzo per rendere più interessante la protagonista. Al di là di questi peccatucci veniali è un libro originale ed appassionante, consigliato a chi cerca uno young adult diverso dai soliti.
Giulia Pontecorvo