“Non è questo che conta. Le cose succedono. Basta volere veramente quel che fai.” Il protagonista, Pablo, è un giovanotto piccolo-borghese che suona la chitarra, senza istruzione e nullafacente. Vive a Torino, la città in cui è nato, ma soffre il disagio esistenziale di un’epoca a cavallo tra la guerra di Spagna e la Seconda Guerra Mondiale, in cui il regime fascista inizia a perdere il consenso del popolo. Abbandonata Torino dopo la delusione amorosa infertagli da Lidia, Pablo si trasferisce a Roma dove conosce il movimento antifascista e inizia a prenderne parte. Qui incontra anche Gina, una donna che è l’antitesi di Lidia e con la quale intraprende una relazione che sembra duratura. Questo romanzo è considerato a ragione un capolavoro di neorealismo italiano, in cui Pavese riesce a descrivere senza retorica e incanto la crisi diffusasi contemporaneamente all’ascesa della dittatura fascista e la cospirazione politica del mondo operaio. Importante anche la speranza a tutti i costi del protagonista di dare un valore alla propria vita attraverso la politica e la moralità, la sua aspirazione a rendersi utile, a non rimanere inetto, per spezzare così il cerchio di solitudine e tragicità, la cui presenza inevitabile Cesare Pavese ricorda sempre nelle sue opere.
Alessandra Micelli