Ambientato durante il ventennio fascista, Pablo è un ragazzo che vive a Torino e lavora presso la tabaccheria di famiglia. Le sue giornate sono caratterizzate dalle serate in osteria con gli amici a suonare la chitarra. Non ha nessuno scopo nella vita, gli eventi che lo circondano non lo influiscono minimamente. La sua ragione di vita si riverserà sull’amore per Linda, ragazza libertina frequentatrice del jet set torinese. L’impeto e la spensieratezza della giovinezza, le delusioni nella sua vita privata, porteranno Pablo a decidere di allontanarsi da Torino e di recarsi e stabilizzarsi a Roma. La “città eterna” sarà una tappa fondamentale della sua vita. Egli incontrerà esponenti della “resistenza” capitolina, acquisirà consapevolezza e la sua maturità politica accrescerà. Pablo, pur non avendo contezza culturale, cercherà così di cancellare le proprie sconfitte con il suo nuovo impegno sociale. Cesare Pavese scrive questo romanzo nel 1947, in un periodo contraddistinto dal neorealismo. Il suo linguaggio è spigoloso, asciutto, le parole sono contornate da un velo opaco, ombroso. Lo scrittore torinese narra il dissenso e la “resistenza” della classe proletaria e la omaggia con quest’opera. Il compagno non è un romanzo di facile lettura, i suoi passaggi arzigogolati rendono la narrazione complicata. Questo però non può distogliere certamente il giudizio di grandezza di Cesare Pavese, tra i principali pensatori ed intellettuali italiani del XX secolo.
Antonio Martino