E’ un romanzo che a parere mio non ti cattura subito, inizialmente hai opinioni contrastanti. Superata però questa incertezza il romanzo ti cattura. Il libro è una polifonia di voci femminili, alcune una tantum, altre che leggiamo dall’inizio alla fine, che narrano la guerra di Troia e la sua caduta, ognuna da un punto di vista diverso. Leggiamo Penelope, che aspetta vent’anni il ritorno di Odisseo, Calliope musa della poesia, Briseide e Criseide che vengono fatte schiave, Clitennestra che medita vendetta contro Agamennone, reo di aver sacrificato la figlia Ifigenia per poter salpare per Troia, Ecabe e Andromaca, madre e moglie di Ettore che prigioniere insieme ad altre troiane attendono il loro destino in un recinto sulla spiaggia. Dopo la titubanza iniziale, il romanzo mi ha coinvolto, sia perchè non ricordavo la fine di alcuni personaggi, sia perchè lo stile è molto veloce e scorrevole. Posso confermare che l’intento della scrittrice è stato raggiunto: dare voce in capitolo a chi, in genere nelle guerre, è posto in secondo piano: le donne. Perchè, come scrive l’autrice, “Questa è anche la guerra delle donne, non solo la guerra degli uomini, e il poeta dovrà tenere conto del loro dolore – il dolore delle donne che sono sempre state relegate ai margini della storia, vittime degli uomini, scampate agli uomini, schiave degli uomini – e dovrà raccontarlo, oppure non racconterà un bel niente. Le donne hanno aspettato il loro turno anche troppo.”.
Luana Indelicato