Mia vita
Certo è ch’io nacqui, e con un bel vagito
salutai ‘l mondo e il mondo non rispose
andai a scuola, studiai molte cose,
e crebbi un ciuco calzato e vestito.
Una donna mi tolse per marito,
scrissi versi a barella e alcune prose:
del resto, come il ciel di me dispose,
ebbi sete, ebbi sonno, ebbi appetito.
Stetti molti anni fra gl’impieghi assorto,
e fin che non disparver dalla scena
amai gli amici e ne trovai conforto.
Oggi son vecchio e mi strascino appena:
poi fra non molti dì che sarò morto,
dirà il mondo : “Oh reo caso! andiamo a cena”.
Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863) è stato un poeta italiano. Viene riconosciuto come uno dei poeti italiani più importanti dell’800, e le caratteristiche delle sue poesie sono i suoi versi in romanesco (scritti ben 2279). I suoi verso sono dedicato soprattutto al popolo, alla vita quotidiani della plebe. Il 7 settembre del 1791 nasceva a Roma, Gioachino Belli da Luigia Mazio e Gaudenzio Belli. Muore il 21 dicembre del 1863 a Roma, a causa di un colpo apoplettico.
La statua di Belli a Roma:
Lustrissimi co’ questo mormoriale
v’addimando benigna perdonanza
se gni fiasco de vino igni pietanza
non fussi stata robba pella quale.
“Incipit, Sonetti romaneschi”