Occhi miei belli, mentre ch’i’ vi miro
Occhi miei belli, mentre ch’i’ vi miro,
per dolcezza inefabil ch’io ne sento,
vola, come falcon c’ha seco il vento,
la memoria da me d’ogni martìro;
e tosto che da voi le luci giro,
amaricato resto in tal tormento
che, s’ebbi mai piacer, non lo ramento:
ne va il ricordo col primier sospiro.
Non sarei di vedervi già sì vago
s’io sentissi giovar, come la vista,
l’aver di voi nel cor sempre l’imago.
Invidia è ben se ‘l guardar mio vi attrista;
e tanto più che quello ond’io m’appago
nulla a voi perde, ed a me tanto acquista.
Ludovico Ariosto (Reggio Emilia, 8 settembre 1474 – Ferrara, 6 luglio 1533) è stato un poeta, commediografo, funzionario e diplomatico italiano. Viene considerato come uno dei poeti italiano più importanti di tutti i tempi, scrivendo capolavori come L’Orlando furioso, contemporaneo di un altro grande poeta dell’epoca, Torquato Tasso. Esattamente cent’anni prima della sua nascita moriva il Francesco Petrarca, di fatti L’Ariosto, viene considerato l’erede dei tre grandi scrittori Nati prima di lui, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca. L’8 settembre del 1474 nasceva a Reggio Emilia, Ludovico Ariosto da Daria Malaguzzi Valeri e Niccolò Ariosto. Muore il 6 luglio del 1533 a Ferrara (Data presunta il 6 luglio)
E due e tre volte ne l’orribil fronte,
alzando, più ch’alzar si possa, il braccio,
il ferro del pugnale a Rodomonte
tutto nascose, e si levò d’impaccio.
Alle squalide ripe d’Acheronte,
sciolta dal corpo più freddo che giaccio,
bestemmiando fuggì l’alma sdegnosa,
che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa.
“Explicit L’Orlando furioso”