Il sole al guinzaglio
a Pablo Picasso
Il grande frigorifero bianco nella notte dei tempi
Che distribuisce brividi alla città
Canta solo per se stesso
E il fondo della sua canzone somiglia alla notte
Che fa bene quello che fa bene e piange sapendolo
Una notte che ero di guardia sul vulcano
Aprii senza far rumore la porta di una cabina e mi gettai ai piedi
della lentezza
Finché l’ho trovata bella e pronta a obbedire
Non era che un raggio della ruota velata
Al passaggio dei morti si appoggiava a me
Mai i vini sulla brace ci illuminarono
La mia amica era troppo lontana dalle aurore che fanno cerchio
intorno a una lampada artica
Al tempo della mia millesima giovinezza
Ho affascinato questa torpedine che brilla
Noi guardiamo l’incredibile e ci crediamo nostro malgrado
Come ho preso un giorno la donna che amavo
Noi rendiamo le luci felici
Loro si pungono sulla coscia davanti a me
Possedere è un trifoglio al quale ho aggiunto artificialmente la
quarta foglia
Le canicole mi sfiorano
come gli uccelli che cadono
Sotto l’ombra c’è una luce e sotto la luce ci sono due
ombre
Il fumatore mette mano per l’ultima volta al suo lavoro
Cerca l’unità di se stesso con il paesaggio
È uno dei brividi del grande frigorifero
André Robert Breton (Tinchebray, 19 febbraio 1896 – Parigi, 28 settembre 1966) è stato un poeta, saggista e critico d’arte francese. Viene riconosciuto come uno dei poeti francesi surrealisti più importanti dell’epoca, scrivendo anche su riviste e curando manifesti. La sua opera più conosciuta è Il manifesto surrealista («Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale») Il 19 febbraio del 1896 nasceva a Tinchebray, André Robert Breton da Louis-Justin Breton e Marguerite-Marie-Eugénie Le Gouguès. Muore il 28 settembre del 1966 a Parigi.