Mi abbandonai a quell’incantesimo fino a quando la brezza dell’alba lambì i vetri della finestra e i miei occhi affaticati si posarono sull’ultima pagina. Solo allora mi sdraiai sul letto, il libro appoggiato sul petto, e ascoltai i suoni della città addormentata posarsi sui tetti screziati di porpora. Il sonno e la stanchezza bussavano alla porta, ma io resistetti. Non volevo abbandonare la magia di quella storia né, per il momento, dire addio ai suoi protagonisti. Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.
“Da L’ombra del vento”
Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 25 settembre 1964 – Los Angeles, 19 giugno 2020) è stato uno scrittore spagnolo. Viene considerato come uno dei scrittori spagnoli moderni più importanti di sempre, riuscendo a vendere milioni di copie e ricevendo dei premi. Tra i suoi libri più importanti ci sono: L’ombra del vento, Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo, Il labirinto degli spiriti, Marina e la trilogia della nebbia (Il principe della nebbia, Il palazzo della mezzanotte, Le luci di settembre. Il 25 settembre del 1964 nasceva a Barcellona, Carlos Ruiz Zafón. Muore il 19 giugno del 2020 a causa di un cancro al colon sofferente dal 2018.
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell’istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
“Il gioco dell’angelo”