Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov’ella sta, e parlo d’altro.
Alle nove della sera di quel povero venerdì, l’attuario mi consegnò al custode, e questi, condottomi nella stanza a me destinata, si fece da me rimettere con gentile invito, per restituirmeli a tempo debito, orologio, denaro, e ogni altra cosa ch’io avessi in tasca, e m’augurò rispettosamente la buona notte.
“Incipit, Le mie prigioni”

Silvio Pellico (Saluzzo, 25 giugno 1789 – Torino, 31 gennaio 1854) è stato uno scrittore, poeta e patriota italiano. Viene riconosciuto soprattutto per la scrittura della sua opera più importante di sempre. le mie prigioni, opera che sarà tra le più lette in Italia, e che parla della prigionia di Pellico, dovuta alla presunta cospirazione contro il governo austriaco. Il 25 giugno del 1789 nasceva a Saluzzo, Silvio Pellico da Onorato Pellico e Margherita Tournier. Muore il 31 gennaio del 1854 a Torino.