A Emilio Praga
Siam tristi, Emilio, e da ogni salute
messi in bando ambidue.
Io numerando sto le mie cadute,
tu numeri le tue.
Precipitiam nel sonno e nel dolore
ogni giorno più smorti,
fameliche su noi volano l’ore
qual su due nuovi morti.
E intanto il vulgo intuona per le piazze
la fanfara dell’ire,
ed urla a noi fra le risate pazze:
«Arte dell’avvenire!»
E ridiamo noi pur colla baldoria
che ci beffa e trascina,
voltando il segno della nostra gloria
in motto da berlina.
Tali noi siam ed anco il refrigerio
ci abbandona del canto.
E ne strugge perenne un desiderio
sempre nuovo ed affranto.
Or sul suolo piombiam verso il fatale
peso che a’ pesi è somma,
or balziamo nel ciel dell’Ideale,
vuote palle di gomma.
Sono stanco, languente, ho già percorso
assai la vita rea,
ho già sentito assai quel doppio morso
del Vero e dell’Idea.
Ho perduti i miei sogni ad uno ad uno
com’oboli di cieco;
nè un sogno d’oro, ahimè! nè un sogno bruno
oggi non ho più meco.
E come il bruco che rifà la seta
colle smunte fibrille.
rifeci il voto a una mia forte mèta
e cento e mille.
Carmi! poemi! liriche! ballate!
drammi! odi! canzoni!…
Vanità! Vanità! glorie sognate!
perdute illusïoni!
Non parliamone più; quelle rimorte
poniam larve in obblio…
I miei pensier vanno verso la morte
come l’acqua al pendio,
E te scendo le alture, a notte folta.
solo, nella caligine.
l’anima mia già crede esser travolta
dall’eterna vertigine.
Arrigo Boito (Padova, 24 febbraio 1842 – Milano, 10 giugno 1918) è stato un letterato, librettista e compositore italiano. Viene riconosciuto per essere stato uno dei scrittori di libretti d’opera italiano più importanti di sempre, inoltre fu poeta e compositore. Figlio del pittore Silvestro Boito e fratello di Camillo Boito. Il 24 febbraio del 1842 nasceva a Padova, Arrigo Boito. Muore il 10 giugno del 1918 a Milano. Fu celebre anche la sua relazione con Eleonora Duse e amico del poeta Emilio Praga.