Attesa

Oggi che t’aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava,
nel vuoto che hai lasciato,
come una stella.
Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s’annuncia e poi s’ allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L’amore, sul nascere,
ha di quest’ improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci siamo intesi.

Amore, amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d’insulti.

 

“Vincenzo Cardarelli” Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano. Viene riconosciuto come uno dei poeti e scrittori italiani più importanti del 900, anche se un pò dimenticato con il tempo. Con la sua poesia Cardarelli realizza una grande impronta dei classici passati, con tematiche appartenenti alla natura al paesaggio, e nello stesso tempo riesce a dare un cambio verso la poesia futura. Tra le sue fonti di ispirazioni poetiche ricordiamo, Leopardi e Baudelaire inoltre vinse il Premio Strega nel 1948 con il libro Villa Tarantola. Il 1º maggio 1887 nasceva a Corneto Tarquinia, Vincenzo Cardarelli da Giovanna Cardarelli e Antonio Romagnoli. Muore il 18 giugno del 1959 a Roma.

 

Fin da ragazzo ho amato le distanze e la solitudine. Uscire dalle porte del mio paese e guardarlo dal di fuori, come qualche cosa di perduto, era uno dei miei più abituali diletti. Piacere e terrore mi portavano in certi luoghi romiti, sacri alla morte, a cui però non pensavo se non per quel tanto che m’impediva d’inoltrarmi troppo in un così pauroso reame. Uscito da Porta Clementina, dove comincia la via del cimitero e delle tombe etrusche, la mia evasione, di solito, s’arrestava pochi passi più in là. Di rado mi spingevo fino a quella strana, disabitatissima villa, chiamata Villa Tarantola, che vede già il camposanto ed era allora per me un sito misterioso, enigmatico, evocante, nel suo nome, i velenosi ragni che danno il ballo di San Vito.
“Incipit, Villa Tarantola”