.“Mio carissimo ragazzo,
questo è per assicurarti del mio amore immortale, eterno per te. Domani sarà tutto finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina, che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelicità e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore con ogni pazienza. Poiché la speranza, anzi, la certezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è la meta e l’ incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo continuare a vivere in questo mondo, per questa ragione. (Lettera d’amore a Alfred Douglas)
“Oscar Wilde” Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900), è stato uno scrittore, aforista, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese. Viene considerato come uno dei scrittori e personaggi irlandesi più importanti di tutti i tempi, vera icona dell’800 con grandi riconoscimenti ancora oggi giorno. Scisse capolavori come Il Ritratto di Dorian Gray, Il fantasma di Chanterville e le varie opere teatrali. Personaggio eccentrico con tante sfumature, seguace dei salotti londinesi e parigini, non nascose la sua omosessualità per il quale sarà perseguitato. Nel 1884 sposò la scrittrice egiornalista Costance Lloyd che divorzieranno una volta che Wilde fu accusato di violenza sessuale e incarcerato verso un ragazzo. Fu grande e celebre l’amicizia con André Gide. Il 16 ottobre del 1854 nasceva a Dublino, Oscar Wilde da il celebre oculista William Robert Wills Wilde e la poetessa Jane Francesca Elgee. Muore il 30 novembre del 1900 a Parigi, a causa di un di una presunta sifilide o forse di una semplice otite.
Lo studio era intriso d’uno splendido odore di rose, e quando la lieve brezza estiva frusciava tra gli alberi del giardino, dalla porta aperta penetrava il pesante profumo delle serenelle, o quello più delicato dei rosaspini.
Sdraiato nell’angolo di un divano coperto di stoffe persiane, e fumando, secondo la sua abitudine, un numero indefinito di sigarette, Lord Henry Wotton poteva vedere i fiori di un’acacia, colorati e dolci come il miele, quei rami fragili che pareva potessero appena sopportare una bellezza tanto splendida; e di quando in quando l’ombra fantastica di un uccello volante si proiettava e scorreva sulle pesanti tende di seta, con una specie di fuggitivo effetto giapponese, facendogli ricordare quei pittori di Tokio, dal viso di giada pallida, che pur servendosi d’un’arte necessariamente statica, cercano di rendere il senso della velocità e del moto.
Incipit, Il ritratto di Dorian Gray – Traduzione Raffaele Calzini