C’è un modo colpevole di abitare la città: accettare le condizioni della bestia feroce dandogli in pasto i nostri figli. C’è un modo colpevole di abitare la solitudine: credersi tranquillo perché la bestia feroce è resa inoffensiva da una spina nella zampa. L’eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
“Il castello dei destini incrociati”
Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985) è stato uno scrittore italiano. Viene riconosciuto come uno dei scrittori più importanti e riconosciuto del 900, vicino al movimento letterario del Neorealismo e del Postmoderno. I suoi scritti sono ancora visti come unici al mondo, scrivendo romanzi del genere fiabesco e fantastico come Il visconte dimezzato, Il cavaliere inesistente, Il barone rampante e altri. Passando a scritti fantascientifici come Le cosmicomiche. Srcisse opere anche nell’ambito partigiano, Come I sentieri dei nidi di ragno. Scritte altri capolavori come Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Palomar e moltissimi altri. Fu attivo nelle battaglie partigiane durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla battaglia di Baiardo, che ricorderà nel suo libro Ricordo di una battaglia. Il 15 ottobre del 1923 nasceva a Santiago de Las Vegas de La Habana, Italo Calvino da Mario Calvino (La famiglia Calvino era nativa della città di Sanremo) e da Eva Mameli. Muore il 19 settembre del 1985 a Siena a causa di un ictus.
C’era una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio, cavalcava per la pianura di Boemia diretto all’accampamento dei cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio.
Le cicogne volavano basse, in bianchi stormi, traversando l’aria opaca e ferma.
– Perché tante cicogne? – chiese Medardo a Curzio, – dove volano?
Mio zio era nuovo arrivato, essendosi arruolato appena allora, per compiacere certi duchi nostri vicini impegnati in quella guerra. S’era munito d’un cavallo e d’uno scudiero all’ultimo castello in mano cristiana, e andava a presentarsi al quartiere imperiale.
– Volano ai campi di battaglia, – disse lo scudiero, tetro. – Ci accompagneranno per tutta la strada.
“Da Il visconte dimezzato”