Hitler, disse, “avrà anche sbagliato su tutta la linea; ma una cosa è certa: fu un uomo capace di farsi strada e salire dal grado di caporale dell’esercito tedesco al rango di Führer di una nazione di quasi ottanta milioni di persone… Il suo successo bastò da solo a dimostrarmi che dovevo sottostargli”. E in effetti la sua coscienza si tranquillizzò al vedere lo zelo con cui la “buona società” reagiva dappertutto allo stesso suo modo. Egli non ebbe bisogno di “chiudere gli orecchi”, come si espresse il verdetto, “per non ascoltare la voce della coscienza”: non perché non avesse una coscienza, ma perché la sua coscienza gli parlava con una “voce rispettabile”, la voce della rispettabile società che lo circondava. (Da Le banalità del male)
Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense. Viene riconosciuta come una delle filosofe e personaggi del 900, in particolare i suoi studi riguardarono le filosofie politiche, criticando la democrazia rappresentativa a favore democrazia diretta. Fu l’allieva del filosofo Martin Heidegger. Fu costretta a rifugiarsi in stati uniti a causa del regime nazista. Il 14 ottobre del 1906 nasceva a Hannover, Hannah Arendt. Muore il 4 dicembre del 1975 a New York.