Era uno di quegli uomini che pretendono di rinchiudere l’universo in un armadio. Questo è il sogno di ogni collezionista. E siccome questo sogno è irrealizzabile, i veri collezionisti, come gli amanti, anche nella felicità vengono colti da tristezza infinita. Sanno che non potranno mai chiudere a chiave la terra intera, mettendola in una vetrina. Da qui viene la loro profonda malinconia.
“Anatole France” Jacques François-Anatole Thibault (Parigi, 16 aprile 1844 – Saint-Cyr-sur-Loire, 12 ottobre 1924), è stato uno scrittore francese. Viene riconosciuto come uno dei scrittori francesi più importanti dell’epoca scrivendo romanzi come Il giglio rosso, La rosticceria della regina Piedoca, Taide e molti altri, ma soprattutto per avere vinto Il Premio Nobel per la letteratura nel 1921. Il grande successo dello scrittore fu molto noto in vita, mentre fu quasi completamente dimenticato nel tempo. Il 16 aprile del 1844 nasceva a Parigi, Anatole France. Muore il 12 ottobre del 1924 a Saint-Cyr-sur-Loire, Anatole France. Fu anche molto noto in ambito politico, soprattutto nell’affare Dreyfus.
Ella diede un’occhiata furtiva alle poltrone raccolte dinanzi al caminetto, alla tavola da tè, che brillava nell’ombra, e ai grandi fasci pallidi di fiori, che venivan fuori dai vasi di Cina. Affondò la mano nei rami fioriti degli aceri per farne agitare i i globi argentei. Ad un tratto, si guardò da lontano in uno specchio con seria attenzione. Con la vita flessuosa, la gota sulla spalla, seguitava con l’occhio le ondulazioni della sua figura slanciata nella guaina di raso nero intorno alla quale ondeggiava una tunica leggera, disseminata di perle ove tremavano cupi bagliori: L’immagine le riflesse uno sguardo tranquillo, come se quell’amabil donna, da lei osservata, e senza disappunto, vivesse priva di gioia acuta e di tristezza profonda.
“Incipit, Il Giglio rosso traduzione di Renato Mucci”