La nota autrice ungherese ci narra in questo breve libro la storia di Tobias.Tobias è fuggito dal paese d’origine e adesso lavora in una fabbrica facendo un lavoro ripetitivo che gli provoca parecchio stress, tanto da indurlo a un tentativo di suicidio che gli costerà una breve “reclusione” dentro un ospedale psichiatrico.
Ma Tobias ha sempre avuto una personalità molto complessa e lo scopriremo man mano…
Tobias è l’unico figlio di una “donna di malaffare”, esclusa da tutti i membri della piccola comunità in cui vive. Ma la sua casa è frequentata di nascosto da tutti gli uomini della stessa, che continuano, però, a mantenere una maschera di perbenismo. E’ durante uno di questi incontri che Tobias scopre l’identità del padre e di avere diversi fratellastri. A scuola conosce Line, una delle sue sorellastre, e ne rimane completamente affascinato pur sapendo perfettamente quale sia il loro legame naturale.
Tobias è costretto a separarsi da Line quando deve darsi alla fuga per aver accoltellato i suoi genitori.
Tobias e Line si ritroveranno da grandi nella stessa fabbrica e lui capirà ben presto che ne è ancora innamorato. Ma è amore, o solo un’ossessione che lo ha accompagnato tutta la vita?
L’unica cosa che sappiamo con sicurezza è che Tobias non accetta gli ostacoli e vuole rimuoverli a forza, come nel passato….
Pur essendo un librino così piccolo, ce n’è di roba all’interno! 🙂
A parte l’inizio un po’ destabilizzante, la storia è interessante, ben scritta e con mille spunti di riflessione.Forse il suo difetto sta nella brevità: perchè non insistere sulla complessità psicologica del protagonista e farci capire un po’ meglio cosa gli passi per la mente? Sono atti di ribellione contro il senso di esclusione provato nell’infanzia? O forse è tutto frutto di una malattia, di una instabilità congenita, di una debolezza caratteriale?

Anto Spanò