L’ingenuo D’Artagnan, giovane guascone, arriva a Parigi su un cavallo dall’aspetto buffo per mettersi al servizio del signor di Treville, capo dei moschettieri del re. Almeno questi erano i piani! Ma un incontro/scontro con uno strano individuo durante il tragitto, tira fuori dal guascone il carattere focoso. L’incontro con il capo dei moschettieri prima, e con Athos, Porthos ed Aramis dopo, si rivela particolarmente turbolento e ricco di equivoci. Ben presto, però, D’Artagnan riesce ad entrare nelle grazie dei tre moschettieri e la loro si rivela un’amicizia sincera e indistruttibile che sarà racchiusa nel famoso motto “Tutti per uno, uno per tutti”. Le vicende personali di D’artagnan, che si innamora di una giovinetta al servizio della regina Anna, si mescolano alle vicende di Stato e agli intrighi di corte. Il giovane, che si dimostra, nel corso della storia, molto coraggioso, non si tira mai indietro di fronte alle difficoltà ed è sempre disposto a battersi per la sua regina, presa di mira dal terribile Cardinale Richelieu. Non mancano i personaggi sgradevoli, una su tutti, Milady di Winter, che rendono la vicenda particolarmente intrigante soprattutto nell’ultima parte, che ci avvia verso una drammatica conclusione. Tornano in questo libro i temi della vendetta e della giustizia fai da te, a quanto pare particolarmente cari a Dumas. Per quanto bello sia questo libro, “Il Conte di Montecristo” continua, però, a conservare un posto più ampio nel mio cuore.
recensione di Anto Spanò