Alcide Cervi, nato nel 1875 e morto nel 1970, aveva una famiglia numerosa costituita da una moglie, sette figli maschi, molte nuore e tanti nipoti. Era una semplice famiglia contadina dell’Emilia Romagna che dedicava tutte le energie alla terra e alle colture, ma era sempre attenta alle novità delle tecniche agricole. Era una famiglia unita, con i fratelli Cervi sempre pronti a spalleggiarsi l’uno con l’altro. Ma poi l’avvento del fascismo, le brutalità e le imposizioni del regime … Ma la famiglia Cervi era unita anche dalle idee politiche: tutti apertamente antifascisti, non si sono mai tirati indietro quando era necessario nascondere qualcuno, diffondere volantini e supportare i partigiani. Ma una notte la loro casa fu incendiata e tutti i maschi della famiglia furono imprigionati. Solo Alcide uscì vivo dalla prigione…. Una tragica e vergognosa pagina di storia italiana. Una storia familiare caratterizzata da un legame forte che solo la morte ha potuto distruggere. Un libro da leggere per conoscere una coraggiosa famiglia italiana che ha versato il sangue per la libertà e per difendere le proprie idee.

Anto Spanò